domenica 30 settembre 2012

Le opportunità imprenditoriali (parte II)


Oggi vorrei completare le riflessioni che avevo avviato la scorsa settimana con la parte I del post sulle opportunità imprenditoriali. Dunque che lezioni si traggono dal caso di Coleman, Shlotter e Osher? In primis questi esempi mostrano in modo efficace come il perseguimento di opportunità imprenditoriali comporti spesso la ricombinazione o l’impiego originale di fattori già presenti sul mercato del risorse, ma il cui utilizzo alternativo era sfuggito ai più. Così, nel caso di Coleman e Shlotter il nucleo della prima idea imprenditoriale consiste semplicemente nel ripensare in modo creativo l’utilizzo dei bastoncini luminosi, nella fattispecie impiegandoli come manici di lecca-lecca. Analogamente Osher e il suo team identificano nella creazione di spazzolini elettrici rotanti un modo originale di impiegare una tecnologia già implementata con successo in un altro mercato.  In altri termini, inserire il bastoncino luminoso nel lecca lecca, o il motore rotante nel manico degli spazzolini significa trovare uno spazio di applicazione nuovo ad una soluzione che esiste già. La casistica in tal senso è molto ricca. 

Il presupposto fondamentale che deve sussistere affinché questo avvenga è che alcune persone (i potenziali imprenditori) attribuiscano alle risorse un valore superiore a quello attribuito loro dai proprietari di tali risorse, cioè superiore al loro prezzo. Se infatti i proprietari condividessero la medesima valutazione, essi fisserebbero il prezzo delle risorse a livelli tali da annullare ogni opportunità di ritorno economico per i potenziali imprenditori.

In secondo luogo, i potenziali concorrenti non devono attribuire il medesimo valore alle (presunte) opportunità imprenditoriali: se così fosse essi competerebbero tra loro per appropriarsi del rendimento imprenditoriale dato dall'esistenza dell’opportunità. Di conseguenza il rendimento si appiattirebbe in modo tale da eliminare ogni incentivo al suo perseguimento. L’assunzione chiave alla base dell’esistenza di opportunità imprenditoriali è dunque data alla presenza di aspettative asimmetriche da parte dei differenti attori sul campo, in merito all'esistenza e al valore di opportunità imprenditoriali. Tali differenze riflettono l’incertezza caratterizzante l’ambiente competitivo in cui le imprese operano. Per effetto di tali differenze alcuni individui hanno aspettative in merito al valore di certe risorse che altre imprese non hanno, o perlomeno, non in modo così accurato.

A questo punto la domanda che ci si potrebbe legittimamente porre è la seguente: "Perché alcune persone hanno questa capacità di vedere modi alternativi di usare le risorse a disposizione?". Proverò a rispondere nel prossimo post!

venerdì 14 settembre 2012

Le opportunità imprenditoriali (parte I)

Oggi vorrei avviare un nuovo spazio di riflessione dedicato al tema dell’opportunità imprenditoriale. Che cos’è, come si manifesta, chi la riconosce e qual è il processo  attraverso cui l’opportunità viene perseguita. Un tema portante dell’imprenditorialità e ricco di spunti e stimoli. A questo scopo intendo avvalermi di una serie di mini casi da cui trarre di volta in volta spunti e stimoli. Il caso che porpongo oggi riguarda il tema della scoperta dell’opportunità. Una scoperta imprenditoriale ha luogo nel momento in cui qualcuno intuisce che un dato set di risorse può essere impiegato in modo migliore e/o diverso rispetto a quello attuale. Se tale intuizione viene implementata e si rivela corretta, l’individuo guadagna un profitto imprenditoriale.  L'affascinante storia che vi propongo a seguire offre una efficace illustrazione del concetto.

Mini Caso: Impiegare le risorse in modo originale
Avete mai pensato all’idea di una caramella luminosa? Tom Coleman e Bill Schottler, due postini, nella notte di Halloween del 1987 ebbero un’ispirazione. Videro un bambino con in mano uno di quei bastoncini luminosi verdi, molto usati anche durante i concerti. Per cos’altro potevano essere usati quegli oggetti? Montando un lecca-lecca in cima ad uno di questi bastoncini - rifletterono i due - la luce filtrerebbe attraverso la glassa creando un effetto strambo e divertente. In breve tempo Coleman e Schottler crearono il primo lecca-lecca luminoso, il LaserPop, che vendettero alla Cap Candy, una delle maggiori multinazionali del settore.

 La loro innovazione successiva - lo Spin Pop (lecca-lecca rotante) - fu un successo ancora più clamoroso. Anche in questo caso Tom Coleman e Bill Schottler partirono da un’osservazione semplice: leccare un lecca-lecca costa fatica. Forti di questa ‘pitagorica’ intuizione, essi svilupparono un porta lecca-lecca motorizzato in grado di ruotare la sfera di glassa alla pressione di un bottone (trovate sotto lo schema del brevetto originale da loro depositato).

Lo Spin Pop fu un grande successo, al punto da vendere oltre 60 milioni di pezzi nei 6 anni successivi. I ritorni di Coleman e Schlotter non sono noti ma alcune stime li attestano vicini ai 3 milioni di dollari annuali in pure royalties. Non  solo, lo Spin Pop era a sua volta destinato a generare una nuova eccezionale opportunità imprenditoriale. John Osher, che era alla guida della Cap Candy (l'azienda a cui Coleman e Schlotter avevano venduto lo spin pop ), era convito che lo Spin Pop avesse potenzialità applicative ancora inespresse. Quali altre funzioni d’uso poteva svolgere lo Spin Pop? Business Week offre un breve resoconto di come John e il suo team riconobbero una nuova opportunità:

“Sebbene non riescano a ricordare chi esattamente saltò fuori con l’idea, sono certi che l’idea nacque durante una delle loro passeggiate tra i corridoi di un Wal-Mart locale, dove si recavano periodicamente alla ricerca di ispirazioni. In quella occasione notarono che gli spazzolini elettrici costavano in media oltre 50 dollari e detenevano una quota di mercato degli spazzolini molto contenuta. Il loro ragionamento fu: Perché non realizziamo uno spazzolino elettrico da 5 dollari utilizzando la tecnologia Spin Pop?”

Il risultato fu lo Spinbrush (spazzolino rotante), ad oggi il più venduto spazzolino da denti  degli Stati Uniti. In meno di 4 anni Osher e il suo team trasformarono un investimento iniziale di 1.5 milioni di dollari in un business da 475 milioni di dollari, equivalente alla cifra pagata dalla Procter&Gamble per acquistare lo Spinbrush.

La storia dei due postini Coleman e Shlotter e successivamente di Osher è sorprendente nei suoi effetti imprenditoriali a cascata, ed è particolarmente interessante per le lezioni che permette di trarre e su cui mi concentrerò nella seconda parte di questo post. Nell’attesa potete dare un’occhiata all'interessante resoconto della vicenda offerto dal Daily Mail nel 2001. Lo trovate a seguire.  A presto!