venerdì 25 febbraio 2011

“Credo nelle idee che diventano azioni” (Ezra Pound)

Quanto vale una grande idea imprenditoriale? Poco, probabilmente niente o quasi…se non è accompagnata da una altrettanto grande propensione all’azione. Cheval, il portagonista del nostro post precedente e' un esempio mirabile di questa sintesi tra l'immaginare e il fare. Eppure non di rado mi capita di incontrare persone che ripongono una fiducia smisurata nella loro idea e vedono nel business plan il punto di destinazione della progettazione imprenditoriale. Ma l’idea rappresenta solo un piccolo passo (il meno impegnativo) del percorso e il business plan è già vecchio nell’istante stesso in cui esce dalla stampante.

La verità è che le idee oggi più che mai sono commodities (dunque disponibili in grande abbondanza) di scarso valore se non sono sostenute da una forte attitudine (questa sì merce davvero rara) all’esecuzione. Sorrido quindi di fronte ad atteggiamenti di circospezione, reticenza se non totale chiusura da parte di potenziali imprenditori preoccupati di perdere la paternità della “propria” idea. 

Vi riporto in proposito il concetto di “idea come moltiplicatore” proposta da un noto personaggio del mondo degli affari  americano nel corso di un una presentazione a cui ho di recente assistito. In breve questa è la spiegazione:

Idea cattive = -1
Idea debole = 1
Idea buona = 10
Idea brillante = 20

Assenza di esecuzione = €$0
Esecuzione debole = €1000
Esecuzione buona = €100,000
Esecuzione brillante = €1000,000

Tutto il valore è nell’esecuzione. L’idea può moltiplicarlo, ma non crearlo. Ecco perché Artur Rock, uno dei più grandi Venure Capitalist viventi, è solito affermare: “I invest in people not ideas

mercoledì 16 febbraio 2011

"C'è una cosa più irresistibile di tutti gli eserciti del mondo, e questa è un'idea il cui tempo sia giunto" (Victor Hugo)

Oggi vorrei condividere con voi una storia imprenditoriale incredibile e visionaria, come il suo protagonista. E’ la storia del Palais Ideal, un fantastico castello situato a circa 45 km a sud di Lione, nell’oscuro villaggio di Hauterives. Il Palais Ideal è un edificio immaginifico che combina stili, materiali e colori per dare forma a un'opera che non ha eguali al mondo. Una struttura  che nel suo punto di massima altezza raggiunge i 12 metri, realizzata con 3500 sacchi di argilla e  racchiusa da una cinta muraria di 1km.



Ma la cosa davvero più sorprendente è che a realizzare questo prodigio della fantasia non è stato uno stuolo di operai e architetti né tantomeno un’impresa di costruzioni, bensì un uomo solo. E ci ha impiegato 33 anni. Il suo nome è Ferdinand Cheval, e di mestiere faceva il postino. Con una educazione elementare e senza alcuna conoscenza tecnica né architettonica Cheval riuscì a edificare qualcosa che merita davvero di essere visto e che è oggi celebrato da artisti e intellettuali.


Nato nel 1836  nel minuscolo villaggio di Charmes-sur-l’Herbasse, Cheval copriva quotidianamente un percorso di circa 20 km per completare le consegne postali. Secondo le fonti più accreditate Cheval un giorno inciampò su un sasso rotondeggiante che lo colpì per la sua forma armoniosa e perfettamente levigata. Da quel momento in poi giorno dopo giorno e del tutto noncurante del sospetto e dell’irrisione dei suoi compaesani, incominciò ad accumulare le pietre nel luogo dove avrebbe dovuto sorgere il suo castello. Munito di una piccola carriola e spesso alzandosi alle due o tre del mattino per avere più tempo a disposizione prima dell’inizio del suo giro postale, Cheval trasportava e impastava incessantemente sassi e argilla.

Man mano che la sua creazione prendeva forma Cheval inscriveva nelle pareti aforismi e frasi  come “La vita è un destriero veloce. I miei pensieri permarranno assieme a questa pietra”, oppure “Tutto ciò è fatto d’arte, sogno e energia” o ancora “Passante, tutto quello che vedi è il lavoro di un contadino”.  I suoi compaesani incominciarono presto a crederlo pazzo ma già alla fine del 1800 il vociferare attorno a questo personaggio stralunato e alla sua fantastica creazione incominciava ad attrarre turisti e giornalisti da ogni dove.

Quando nel 1912 terminò la sua opera egli manifestò la volontà di essere sepolto al suo interno. Ma poiché le autorità locali non accolsero il suo desiderio il postino Cheval si rimise all’opera. Questa volta all’interno del cimitero di Hauterives, dove realizzò un fantasmagorico Mausoleo in cui deporre le sue spoglie mortali. Impiegò altri 8 anni per edificare questa incredibile tomba a cui diede nome “Tombeau du silence et du repos sans fin” (Tomba del silenzio e del riposo senza fine) e in cui ebbe sepoltura assieme a sua moglie nel 1924, all’età di 88 anni. Oggi il Palais Ideal e il Mausoleo sono riconosciuti ufficialmente come Patrimonio della Cultura Francese e attraggono  un continuo flusso di visitatori e artisti.


La storia di Ferdinand Chanel è emozionante così come la straordinaria lezione imprenditoriale che ci tramanda. Una lezione che esprime mirabilmente quella ostinazione audace che solo la fiducia cieca in un’dea, per quanto folle e bizzarra, può nutrire. A completamento del suo castello Cheval pose una lapide con su scritto: “1879-1912-10.000 giorni, 93000 ore, 33 anni di lotta. Che provino, coloro che pensano di poter fare meglio". L'avanzata di un'idea il cui tempo è giunto è davvero inarrestabile. 

Vi segnalo questo breve documentario in lingua inglese, qualora vogliate approfondire.




giovedì 3 febbraio 2011

Obama: innovazione ed imprenditorialità

Scrivo questo post a breve distanza del discorso che il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto qui in campus a Penn State e lo faccio per sottolineare alcuni passaggi importanti.
Il motivo della visita è stato di sottolineare come la ricerca in tecnologie pulite (clean tech) sia una delle priorità individuate dall'amministrazione Obama. Penn State è uno dei centri di ricerca più all'avanguardia per la costruzione ed il riadattamento di edifici in chiave ecosostenibile e, sotto l'egida della Better Building Iniatitive promulgata dal Congresso, un centro di ricerca dedicato alle clean tech verrà creato in Pennsylvania, vicino a Philadelphia. Pertanto la scelta del Presidente di tenere un discorso qui a Penn State è stata particolarmente felice.

Quel che mi ha sorpreso e, perchè no, anche un po' inorgoglito è stato sentire il Presidente degli Stati Uniti parlare di innovazione e di imprenditorialità in maniera concreta e specificando, in un'estrema ed efficace sintesi, quale sia il percorso che lega questi due concetti:
Idee --> Ricerca --> Protezione della proprietà intellettuale --> Fondi per le imprese e deregulation --> Creazione d'impresa

Semplice, chiaro, efficace. Segno che il sistema istituzionale è cosciente di come le cose funzioni e quali meccanismi le regolino.

Si potrebbe fare lo stesso discorso in Italia?